Cloud Skills per il futuro
Il cloud è qui per restare. La pandemia ha accelerato il processo di adozione e migrazione al cloud: per permettere il lavoro da remoto, ad esempio, le organizzazioni sono state costrette all’azione.
Grazie alla situazione attuale, il mercato dei servizi cloud, già ben assestato in precedenza, continua a crescere in modo dinamico. Una recente intervista portata avanti da O’Reilly Media ha evidenziato come il 25% dei manager IT stiano pianificando la transizione completa ai sistemi cloud nei prossimi 12 mesi. Un report di Gartner predice invece la crescita del mercato globale dei cloud services del 17% annuo.
L’ovvia implicazione di questi dati è che alle aziende saranno necessarie più “cloud skills” per il futuro. Un ambiente IT basato sul cloud ha molti livelli, dalla semplice migrazione di sistemi esistenti alla riprogettazione dell’intero ambiente: serviranno quindi varie competenze a vari livelli. La domanda per le “cloud skills” crescerà con l’intensità nell’adozione del cloud stesso. Ricerche recenti condotte da CompTIA hanno fatto luce su come le aziende si stanno approcciando allo sviluppo di queste competenze.
Nei primi tempi, si pensava che il cloud avrebbe portato alla creazione di nuovi ruoli dedicati esclusivamente alla gestione del nuovo ambiente IT. Titoli come “cloud manager” o “cloud architect” erano usati come esempi dei ruoli unici che sarebbero stati implementati con l’avvento di questa nuova tecnologia.
Oggi, nonostante sia possibile trovare questi titoli tra gli annunci di lavoro, sappiamo che la maggior parte delle aziende sviluppano le competenze cloud necessarie nel personale esistente che si occupa delle infrastrutture e dell’ambiente IT: il numero di annunci di lavoro per sistemisti e network engineers è molto più alto di quelli con titoli che si riferiscono in modo specifico al cloud.
Le competenze cloud necessarie per il futuro
- Cloud Security: la sicurezza è stata, soprattutto agli inizi, uno dei maggiori motivi di timore per le aziende che volevano passare al cloud. Oggi i business di tutto il mondo sanno che la sicurezza può essere gestita in modo efficace durante una migrazione cloud: nuovi strumenti come DLP (Data Loss Prevention) e IAM (Identity Access Management) sono parte della soluzione alla sicurezza cloud.
- Virtualizzazione: le competenze per i processi di virtualizzazione sono ancora molto richieste dalle aziende, che hanno ancora bisogno di spostare il mindset dall’approccio on-premises ad uno di tipo più dinamico as-a-service.
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- Business continuity e Disaster Recovery: in realtà si tratta di processi, più che di una competenza distinta, ma attraverso la comprensione delle varie opzioni disponibili tra cloud storage e software, i professionisti IT possono implementare un piano di Business Contunuity e disaster recovery che aiuti le aziende.
- Ottimizzazione: uno dei maggiori vantaggi del cloud computing è la personalizzazione dell’infrastruttura secondo le necessità aziendali e delle varie applicazioni. Questa è una best practice che non molte aziende hanno utilizzato in passato: richiede al team IT le competenze per comprendere il comportamento delle applicazioni e delle differenti caratteristiche delle varie opzioni per le infrastrutture cloud e cloud provider.
- Progettazione del cloud privato: l’etichetta “private cloud” è spesso applicata a varie situazioni, incluse le infrastrutture gestite o addirittura l’ambiente on-premises pre esistente. Comprendendo le differenze tra i vari modelli, le aziende potrebbero optare per un vero cloud privato, che richiede l’uso di software per allocare dinamicamente risorse e per essere automaticamente monitorato secondo alcuni precisi parametri.
- Orchestrazione: il risultato naturale dell’ottimizzazione è un ambiente multi-cloud, dove diversi provider e modelli sono integrati per ottenere la performance migliore. Questo concetto si avvicina molto alla gestione standard di un data center, su una scala molto più ampia.
- Data Analysis: il cloud computing interessa l’analisi dati in due modi. Da una parte, la grande quantità di dati generati dalle operazioni cloud deve essere analizzata per poter implementare un’orchestrazione efficace. Dall’altra, le componenti cloud offrono un’opportunità per le aziende di analizzare dati in modi molto più consistenti che in passato.
La maggior parte di queste competenze può in ogni caso essere applicata dai professionisti IT in diverse discipline. Ad esempio, la virtualizzazione è ovviamente una skill necessaria per la gestione delle infrastrutture, ma è anche importante per i software developers che lavorano in ambienti DevOps. Indipendentemente dal percorso di carriera, essere competenti sui sistemi cloud sarà una condizione necessaria negli anni a venire.
Come sviluppare le cloud skills
Sono presenti varie opzioni per sviluppare le competenze per il cloud.
La più quotata è ovviamente il training-on-the-job: è l’opzione più conveniente in termini di rapporto costo-efficacia, ma ha delle limitazioni: nonostante sia su misura per l’azienda, le competenze saranno limitate dal livello di adozione tecnologica a cui l’azienda ha intenzione di arrivare.
L’online training è un’altra opzione popolare, che si applica sia agli attuali sia agli aspiranti professionisti IT: particolarmente apprezzata è la classe virtuale con docente live. La certificazione, per quanto riguarda le competenze cloud è un’opzione meno comune, ma altrettanto valida. Il consiglio generale è formare i dipendenti presso agenzie e professionisti specializzati: ad esempio, Kinetikon ha messo a disposizione delle aziende un catalogo che raccoglie la formazione necessaria per sviluppare nei dipendenti le competenze cloud per il futuro.
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Dopo la seconda metà del 2020, le aziende stanno accelerando l’approccio al cloud, esplorando un’adozione più profonda e completa di software e infrastrutture cloud. Con le giuste cloud skill, i professionisti IT permettono alle aziende di avanzare ed essere più resilienti.